ARCo Giovani 2017
Vincitori
Conversione per la Conservazione.
Una proposta progettuale per l’ex Magazzino di
Artiglieria e Difesa Chimica di Torino
Giulia Drago - primo premio
Relatrice: Gentucca Canella
Correlatrice: Monica Naretto
Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il restauro e valorizzazione del patrimonio, Politecnico di Torino, a.a. 2014/2015
Abstract
La tesi propone un nuovo assetto per un complesso di fabbricati militari destinati alla dismissione situati nel quartiere torinese di Barriera di Milano, sorto come borgo proletario e operaio allo scorcio dell’Ottocento e caratterizzato dalla commistione tra abitazioni e impianti industriali.
Preceduta da un’analisi attenta al senso dei luoghi e all’evoluzione del complesso nel tempo, la proposta seleziona e pone in evidenza i valori da conservare, le potenzialità di trasformazione e di nuovi insediamenti, delineando un nuovo quartiere che amalgama edifici storici trasformati con destinazioni d’uso compatibili e nuove costruzioni residenziali.
La tesi, del 2015, anticipa il tema attualissimo della rigenerazione urbana, dimostrando un’elevata capacità di integrare architetture storiche e contemporanee, ponendo attenzione alle esigenze sociali degli abitanti e alle funzioni orientate allo sviluppo economico.
The thesis proposes a new layout for a complex of military buildings, intended for disposal, located in the neighborhood of Barriera di Milano in Turin. This compound was born as a working class village at the end of the 19th century and was characterized by the mixture between workers’ dwellings and industrial plants.
The proposal was based on a careful analysis of the evolution of the settlement over time, in order to highlight the values to be preserved and evaluate the current potential for transformation and expansion. Thus a new neighborhood was planned where historic buildings converted to new appropriate uses, are amalgamated with new residential buildings.
The thesis, from 2015, anticipates the very current theme of urban regeneration, and shows a high capacity to integrate historical and contemporary architecture, taking care of both the social needs of the inhabitants and the development of economic activities.
Il campanile di Santa Maria delle Vigne a Genova: conoscenza e analisi finalizzate alla redazione del
progetto di restauro e visitabilità
Beatrice Di Napoli - secondo premio ex aequo
Relatrici: Rita Vecchiattini, Chiara Calderini
Correlatori: Luigi Carassale, Carlo Battini, Anna Schiappapietra
Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Ingegneria Edile - Architettura, Università degli Studi di Genova - Scuola Politecnica, a.a. 2016/2017
Abstract
Chiesa, cupola, campanile e chiostro di Santa Maria delle Vigne sono uno degli insediamenti ecclesiastici più antichi del centro storico genovese. Datato di primo impianto al sec. VI e via via profondamente rimaneggiato il complesso, confinato tra gli alti palazzi del centro storico, svetta con le sue emergenze sulla città vecchia.
La tesi si è concentrata sul restauro del campanile e, in particolare, sulla possibilità offrire al pubblico l’ascensione alla sua complessa struttura e la visione panoramica. È stato condotto un accurato rilievo della costruzione, resa complessa dalla varietà degli elementi costruttivi, dalle successive fasi di trasformazione e dall’eterogeneità delle modifiche subite nel corso dei secoli. Sono stati eseguiti rilievi tecnologici e ‘critici’ di dettaglio per tutti gli undici orizzontamenti e le undici scale presenti nel campanile.
Sulla scorta dei rilievi eseguiti sul campanile e sui vincoli che lo connettono al complesso chiesastico, sono state delineate gli interventi di prevenzione sismica, sulla base della modellazione e grazie all’utilizzo dei dati emersi dalle indagini accelerometriche eseguite sul campanile.
The complex of Santa Maria delle Vigne, composed of the church, the dome, the bell tower and the cloister, is one of the most ancient religious settlement in Genova historical centre. The compound, dated to the 6th century and remodeled many a time through the centuries, stands out among the ancient city’s buildings thanks to its high rising structures.
The thesis focused on the restoration of the bell tower and, in particular, on the possibility of offering the public an ascent to its complex structure and a panoramic view of the city. The relief of the construction was made complex by the variety of construction elements and by the many phases of small and large transformations undergone over the centuries. Meticulous detailed surveys were carried out for all eleven levels and eleven stairs in the bell tower.
In addition, on the basis of the surveys and the connection points between the bell tower and the body of the church, seismic prevention interventions have been proposed, based on the modeling and thanks to the use of data emerging from the accelerometric investigations carried out on the bell tower.
La fabbrica di Cellulosa di Toppila:
restauro di un’opera industriale di Alvar Aalto
Francesca Paola Piccolo - secondo premio ex aequo
Relatrice: Renata Picone
Correlatrici: Anna-Maija Ylimaula; M.Sc. Helena Hirviniemi
Corso di Laurea Magistrale in Architettura 5UE, Università degli Studi di Napoli Federico II, a.a. 2015/2016
Abstract
La fabbrica di cellulosa di Toppila a Oulu, che l’imprenditore illuminato Gösta Serlachius fa realizzare nel 1931 all’emergente Alvar Aalto, rappresentava all’epoca della costruzione il segnale della rinascita dell’economia locale. Oggi il manufatto dismesso, situato in un quartiere multietnico connotato da una forte espansione residenziale ma sprovvisto di luoghi collettivi, può offrirsi come luogo simbolico e di aggregazione per il quartiere. Il complesso si compone di due corpi principali: un silo e un essiccatoio che richiama il tipo dei grandi mercati coperti.
L’essiccatoio si presta ad ospitare un centro d’integrazione sociale e culturale dall’allestimento minimale. I caratteri strutturali di valore sono posti in evidenza e si integrano all’adiacente capannone, successivo all’impianto, reso trasparente per evidenziare l’edificio originale.
La struttura mista del silo, un sito di stoccaggio costituito da tre scatole in calcestruzzo armato sormontate da una copertura sottile con finestre alle due estremità si presta, con la sua copertura ascendente, ad ospitare un solenne edificio religioso multifede.
The Toppila cellulose factory in Oulu, which the enlightened entrepreneur Gösta Serlachius commissioned to the emerging Alvar Aalto in 1931, was the sign of the rebirth of the local economy. Today the dismissed artifact, located in a multi-ethnic neighborhood characterized by a strong residential expansion but lacking collective places, can offer itself as a symbolic and meeting place for the neighborhood. The compound consists of two main buildings: a silo and a dryer which recalls a large market hall.
The dryer is suitable for hosting a social and cultural integration center with a minimal layout. The structures worthy of conservation have been integrated into the adjacent shed, built in a subsequent period, which was made transparent to highlight the original building.
The mixed structure of the Silo - a storehouse consisting of three reinforced concrete boxes surmounted by a thin roof with windows at the at the siding walls - lends itself with its soaring roof, to host a solemn multi-faith religious.
Menzioni
Attraversare la memoria di una rovina.
Astura tra la villa romana, la torre e il poligono
Diego Boldo, Ilenia Feltrin, Mattia Padovan
Relatrice: Emanuela Sorbo
Correlatore: Mauro Maria Marzo
Corso di laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico, Università IUAV di Venezia - Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione, a.a. 2014/2015
Abstract
La tesi ha affrontato il tema della conservazione e del restauro di Torre Astura, fortezza sita nel comune di Nettuno, costruita sulla preesistenza di una villa romana lungo il litorale laziale nell’XI secolo, per la difesa dello stato pontificio dalle incursioni dei pirati saraceni.
Il progetto si è posto come obiettivo principale la conservazione e la valorizzazione dei segni e delle tracce delle stratificazioni materiche e costruttive individuate sul campo.
Le analisi e i rilievi sono stati condotti con approccio multi-scalare per definire i principali punti di identità nella dimensione paesaggistica, urbana e architettonica fino ai dettagli costruttivi.
Il progetto architettonico è stato elaborato sulla base di un’idea di ri-funzionalizzazione museale particolarmente attenta alle questioni dell’accessibilità, con la realizzazione di un ascensore esterno.
Ad una scala più estesa, sono stati proposti una vasta area verde, il potenziamento dei percorsi esistenti e la loro integrazione, allo scopo di connettere tra loro i segni dell’archeologia e le numerose fortezze che punteggiano questo tratto di costa tirrenica.
The thesis is about the conservation and restoration of the Astura Tower, a fortress located in the Nettuno’s Municipality, built over the ruin of an ancient roman villa along the Lazio’s coast in the XI century, in order to protect the Pope’s state from the pirates attacks.
The main objective of the project was the conservation and enhancement of the signs and traces of the material and construction stratifications identified in the field.
Analysis and surveys were made following a multi-scalar approach to define the main identity features at the different scales: landscape, urban and architectonical dimension down to the construction details.
The architectonical design is centered on the conversion of the Tower in a museum particularly caring about the accessibility issues. An external elevator was proposed.
At a larger scale, the design deals with the re-drawing of a large green-area, as well as the empowerment of the existing paths, in order to connect the archeological signs and the fortresses that dot this part of the Tyrrhenian coast.
Porta Tiburtina.
Dal rilievo 3d alla ricostruzione virtuale delle
fasi storiche
Francesca Cecili, Mara Gallo
Relatore: Marco Canciani
Correlatori: Michele Zampilli, Carlo Persiani
Corso di Laurea Magistrale in Architettura - Restauro, Università degli Studi Roma Tre - Dipartimento Architettura, a.a. 2015/2016
Abstract
Materia di studio per questa tesi di laurea magistrale è Porta Tiburtina nel circuito delle mura costruite in un breve giro di anni alla fine III secolo per iniziativa dell’imperatore Aureliano, inglobando un preesistente arco di Augusto (I secolo). La tesi, svolta in stretta collaborazione fra il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ha analizzato il complesso del monumento e del tratto di mura adiacenti proprio nel momento in cui gli uffici comunali stavano predisponendo il progetto di restauro.
Grazie all’accurato esame delle fonti storiche, cartografiche, bibliografiche e iconografiche conservate presso la Sovrintendenza Capitolina, è stata ricostruita la sequenza delle numerose fasi di trasformazione subite dalla porta sino ad oggi. Nel contempo, un nuovo rilievo dello stato attuale, ottenuto mediante l’integrazione tra rilievo diretto, fotogrammetrico e laser scanner, ha permesso di associare lo stato di fatto attuale ai risultati della ricerca storica.
È stato perciò possibile ai laureandi produrre, con l’impegno dei correlatori, alcune ipotesi di ricostruzione virtuale che rappresentano le tappe principali dei più importanti interventi edilizi che hanno interessato la porta nel corso dei secoli.
Lavorare in uno spazio 3D ha permesso di raccontare la complessità del monumento e di comprenderne i rapporti spaziali, come la sovrapposizione dei tre acquedotti, il rapporto esterno-interno o il collegamento tra i vari livelli altimetrici.
The object of the master’s thesis is the Porta Tiburtina, a gate of the Rome City Wall the emperor Aurelian had built in a short turn of years at the end of the 3rd century, also incorporating a pre-existing arch of Augustus (1st Century). The thesis has been developed in agreement between the Department of Architecture of Roma Tre and the Cultural Heritage Department of the Rome City Council, in the very moment when the municipal offices were preparing the restoration project.
Thanks to the careful examination of the historical, cartographic, bibliographical and iconographic sources preserved at the Capitoline Superintendency, the sequence of the numerous transformation phases undergone by the gate to date has been reconstructed. At the same time, a new survey of the current state, obtained by integrating direct, photogrammetric and laser scanner surveys, has made it possible to associate the current state of the monument with the results of historical research.
It was therefore possible for the students to produce, with the commitment of the co-supervisors, some hypotheses of virtual reconstruction that represent the most important building interventions that have affected the door over the centuries.
Working in a 3D space has made it possible to show the complexity of the monument and to understand its spatial relationships, such as the overlap of the three aqueducts, the external-internal relationships and the connection between the diverse altimetric levels.
Locorotondo: il centro antico
Serena Cellie, Caterina Anelli, Giorgio Maria Bevilacqua, Annalisa Cascione, Antonio De Liddo, Roberta Quaranta
Relatrice: Rossella de Cadilhac
Correlatrice: Anna Bruna Menghini
Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Politecnico di Bari - Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura - a.a. 2015/2016
Abstract
La tesi di ricerca ha preso in considerazione il centro antico di Locorotondo (BA), con lo scopo di elaborare linee-guida utili a orientare gli interventi sul costruito mediante un Piano di Recupero. Sono stati schedati i tipi edilizi ricorrenti e gli elementi architettonici caratterizzanti di cui sono state rilevate le principali forme di degrado e indicati gli interventi ritenuti adeguati al rispetto dei caratteri identitari del luogo.
In sintonia con le linee-guida è stato selezionato un isolato pilota, scelto per le sue innumerevoli criticità, per il quale è stato proposto un progetto di restauro. Avendo riscontrato scenari degradati e respingenti anche nei punti di ‘contatto’ con la città moderna, il progetto è stato esteso a ricomprendere l’area di ‘margine’ contigua all’isolato pilota.
Esauriente sotto il profilo delle analisi tipiche di questi casi di studio, la ricerca ha colto, tra i caratteri materiali di Locorotondo, le singolari coperture degli edifici chiamate cummerse, la cui sopravvivenza è minacciata dal proliferare di superfetazioni sulle coperture. Si tratta di tetti a due falde con manto in chiancarelle, una composizione unica nel suo genere che costituisce un patrimonio unico e irripetibile. Per proteggere e porre in valore questi elementi materiali caratteristici, gli autori hanno proposto, ove possibile, percorsi di visita ai tetti della città: una forma di protezione che invita i cittadini a riconoscere un valore riscoperto.
The research thesis took into consideration the historic center of Locorotondo (in Puglia, Bari), with the aim of developing useful guidelines for drawing up a recovery plan for ancient buildings. The recurrent building types and the typical architectural elements were classified, the ways of degradation were analyzed and the necessary interventions were suggested to enhance the identity of the site.
In keeping with the guidelines, a pilot block was selected, chosen for its several critical points, which was the subject of a restoration project. As conflicting situations were recognized at the ‘contact’ points with the modern city, which show degraded and repelling scenarios, the redevelopment of a ‘margin’ area adjacent to the pilot block was included in a unified and coherent project.
Furthermore, the research did focus on Locorotondo’s roofs landscape, aiming to put in value the pitched roofs covered by the cummerse, i.e. peculiar stone tiles whose survival is threatened today by the spontaneous growth of incongruous bodies on the roofs. To protect this unique heritage the thesis has proposed, where possible, access itineraries to visit the roofs of the city: so pushing citizens to appreciate as well as to take care of the new rediscovered value.
L’o.n.m.i. di Umberto Nordio a Trieste.
Progetto di restauro di un’architettura moderna per l’infanzia
Fabrizio Civalleri, Orsola Spada
Relatori: Rita Fabbri, Marco Mulazzani
Correlatori: Giancarlo Grillini, Frank Braun
Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura, a.a. 2016/2017
Abstract
La tesi, svolta presso l’Università di Ferrara, ha come tema un edificio O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) del 1935 nella città di Trieste. L’approfondita conoscenza del manufatto e l’importanza dell’approccio multidisciplinare sono i cardini con cui lo studio mira ad introdursi nell’attuale dibattito circa i criteri di intervento sul patrimonio costruito.
Il risultato è una ricerca che si è diramata in più direzioni, anche non prettamente architettoniche. Sono stati toccati lo sviluppo storico della città, la produzione dell’autore e le vicissitudini edilizie del fabbricato. È inoltre stato esaminato il ruolo dell’ente di appartenenza, le architetture che gestiva ed i metodi pedagogici adottati nel tempo. La conoscenza è stata ampliata con il rilievo, anche delle pertinenze, dalla grande scala fino al dettaglio delle finiture.
L’accurato progetto ha affrontato il tema delle trasformazioni funzionali e distributive dell’organismo attuale necessarie alle nuove esigenze di gestione del complesso. Sono state ridefinite le finiture, gli arredi e il verde esterno. Non sono stati trascurati gli aspetti strutturali, energetici ed ambientali. Una cura particolare è stata posta nel disegno di un nuovo volume distaccato e nel conciliare la sicurezza antincendio con le esigenze di tutela.
The thesis object is an OMNI building in the city of Trieste in 1935, a former facility for maternity and childhood built by the prominent architect Umberto Nordio.
The key points, with which the brilliant study wants to contribute to the debate about the intervention criteria on the historical building, are the deep knowledge of the building and the importance of a multi-disciplinary approach. The result is a research developed in different directions, not only related to architecture. The thesis deals with the historical city development, the author production and the events related to the building. The research also investigated the role of the OMNI institution, the buildings that it managed and the different pedagogic methods taken. Knowledge was increased with the surveys that range from a large scale, that involves also the pertinence spaces, to the details of the architectural finishes.
The design wanted to solve the functional and distributive issues and redefine the finishes, furnishing and outdoor green space, without neglect the structural, energetic and environmental aspects. A specific care has been taken for the design of a new separate body and in combining fire safety with conservation issues.
Il Castello di Caporiacco:
un progetto per la torre mancante e il contesto
Andrea Danelutti
Relatore: Vittorio Foramitti
Correlatrice: Paola Sonia Gennaro
Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Università di Udine - Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, a.a. 2014/2015
Abstract
La tesi riguarda la progettazione degli interventi di completamento del Castello di Caporiacco dopo la distruzione avvenuta con i terremoti del 1976. Il progetto si focalizza sul sito della torre che riveste interesse storico.
Le ricerche e i sopraluoghi hanno consentito comparazioni sulle caratteristiche del Castello e sulle sue trasformazioni attraverso i secoli.
Non esistono fonti che descrivano come fosse il manufatto nel passato, l’unico riferimento grafico è un disegno della collezione Joppi del XVII secolo che rappresenta una torre tipicamente medioevale con merli e feritoie. Il progetto propone una torre che ricorda le classiche costruzioni medioevali mantenendone contestualmente le caratteristiche d’imponenza. La tesi prevede inoltre la valorizzazione del parco, del fossato a ridosso delle mura difensive e della vegetazione presente. I percorsi tracciati consentono la fruizione di tutta l’area e fanno ripercorrere al visitatore quelli che erano i segni rilevati nelle antiche mappe catastali.
The thesis is about the interventions for the completion of the Caporiacco’s castle after its destruction by earthquake occurred in 1976. The design focuses on the castle’s tower which has a main historic value.
Researches and surveys allowed hypothesis about the castle’s first construction and transformation phases as well as its constructive and architectonical features.
The documentary research did not find evidence of the shape of the castle before its ruin but for a XVII century drawing (part of the Joppi’s collection) which shows a typical medieval tower with battlements and loopholes. The design suggests a tower reminiscent of the medieval buildings also keeping its grandeur features.
The thesis also deals with the enhancement of the surrounding park, the moat close to the defensive walls and the local vegetation. The paths have been redrawn and the whole area is open to visitors to retrace the signs of the ancient land map registers.
“Con una torre antica”. Il risarcimento di una lacuna:
il caso della “torre coronata” della Grancia di Montisi
Giacomo Massoni
Relatori: Anna De Falco, Pietro Ruschi
Correlatore: Riccardo Dalla Negra
Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile - Architettura, Università di Pisa - D.E.S.T.&C., a.a. 2016/2017
Abstract
La ‘Torre coronata’ della Grancia di Montisi è stato uno dei più significativi monumenti dell’architettura medievale in terra di Siena. Di questo potente simbolo identitario, fatto saltare in aria nel giugno 1944 dalle mine della Wehrmacht in ritirata, oggi non resta che il tratto iniziale dell’originario basamento. La tesi, richiamandosi alla rinnovata tendenza europea alla ricostruzione di monumenti perduti, si propone di risarcire questa dolorosa ferita per la storia dell’architettura toscana che si mostra come un’enorme lacuna dell’insediamento agricolo fortificato un tempo fiorente.
La soluzione suggerita, basata su considerazioni di natura metrica e proporzionale, sulla documentazione iconografica e fotografica, disegni di repertorio e rilievi attuali, ha mirato a restituire, almeno per quanto riguarda le masse fabbricative e i profili principali, l’originario volume del monumento.
Per la riedizione della Torre e delle costruzioni contigue distrutte non è stata proposta una ricostruzione à l’identique. È stato invece adottato un linguaggio ‘classico’ in forme semplificate nella scelta dei materiali e dei principali caratteri architettonici per dare nuova vita a un sito altrimenti perduto. Negli aspetti strutturali, la nuova torre adotta metodi costruttivi contemporanei.
The so called ‘crowned tower’ of the Medieval Grange of Montisi was one of the most significant monuments of medieval architecture in the Siena surroundings. Of this powerful identity symbol, blown up in June 1944 by the mines of the retreating Wehrmacht, today only the initial part of the original base remains.
The thesis, referring to the European trend towards the reconstruction of lost monuments, aims to compensate this painful wound for the history of Tuscan architecture which shows itself as a huge gap in the once flourishing fortified agricultural settlement.
The suggested solution aimed to restore the original volume of the lost monument in terms of consistency and profiles, based on metric and proportional considerations, on the iconographic and photographic documentation, archive drawings and current surveys.
For the re-edition of the tower and the adjacent buildings, no ‘identical’ reconstruction has been proposed. Instead, a ‘classic’ language has been adopted in simplified forms as for the choice of materials and main architectural characters to give new life to an otherwise lost site. As for the structural aspects, the new tower adopts contemporary construction methods.
Un’esperienza introspettiva.
Progetto di ampliamento e di un nuovo allestimento per la riattivazione del museo militare I.S.C.A.G.
Michela Neri
Relatori: Antonello Stella, Cleusa de Castro
Correlatori: Marco Mulazzani, Federico Arieti
Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura, a.a. 2016/2017
Abstract
L’I.S.C.A.G, Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio dell’esercito italiano, è collocato nella zona nord-ovest della città di Roma, nel quartiere della Vittoria. Si tratta di un edificio di epoca fascista, oggi chiuso al pubblico per i dissesti statici dovuti al terreno debole su cui è stato costruito.
Il museo conserva un’estesa collezione di plastici relativi a battaglie, insieme a importanti memorabilia e testimonianze della vita militare italiana.
Lo scopo del progetto è quello di riaprire il museo e di instaurare un rapporto più profondo con i suoi visitatori e con il contesto circostante. Prima di tutto si deve quindi aprire l’edificio alla città sia con soluzioni architettoniche, sia con nuove scelte per l’allestimento espositivo. Si tratta di un’apertura su tutti i fronti, tra il museo e la città, tra il museo e lo spazio aperto limitrofo, con il giardino e il monumento ai caduti.
È stato previsto anche un nuovo corpo aggiunto destinato alle esposizioni temporanee che stabilisce un forte legame con la struttura preesistente occupata dalle esposizioni permanenti.
The I.S.C.A.G, Historical and Cultural Institute of the Corps of Military Engineers of the Italian Army, is located in the north-west area of the city of Rome, in the Vittoria district. It is a building from the fascist age, now closed to the public due to the static instability due to the weak ground on which it was built.
The museum preserves an extensive collection of plastic models related to battles, along with important memorabilia and testimonies of Italian military life.
The aim of the project is to reopen the museum and to establish a deeper relationship with its visitors and with the surrounding context.
First of all, the building will therefore be opened to the city both with architectural solutions and with new choices for the exhibition layout. It is an opening on all fronts, between the museum and the city, between the museum and the contiguous spaces, hosting a garden and the war memorial.
A new addition was also provided for temporary exhibitions which establishes a strong link with the existing structure occupied by permanent exhibitions.
Il cantiere di restauro nel tempo.
Opere provvisionali per la conservazione della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia nella seconda metà del XIX secolo
Verdiana Peron
Relatrice: Sara Di Resta
Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico, IUAV - Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione, a.a. 2016/2017
Abstract
La tesi è frutto della collaborazione tra l’Università Iuav di Venezia e la Soprintendenza di Venezia e Laguna (SABAP).
L’obiettivo della tesi è la promozione di esperienze di ricerca dedicate ai temi connessi al cantiere di restauro, con particolare attenzione alla documentazione degli apprestamenti delle opere provvisionali necessarie al restauro delle architetture monumentali veneziane.
Lo studio condotto ha trattato momenti salienti di alcuni cantieri di restauro attuati nella seconda metà del XIX secolo nella Basilica dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia.
La tesi si basa principalmente su di un minuzioso studio della documentazione, del tutto inedita, conservata nell’archivio storico e nell’archivio disegni della SABAP, prodotta dall’Ufficio Provinciale delle Pubbliche Costruzioni, durante la dominazione austriaca, e dal Corpo Reale del Genio Civile, nella fase postunitaria.
Il lavoro mette in luce gli aspetti legati alle opere di restauro strutturale e architettonico con tecniche tradizionali e al rapporto con le preesistenze, interventi in questo caso ispirati dal gusto ottocentesco e dai principi di ‘restituzione in stile’.
The thesis is the result of the collaboration between the Università Iuav di Venezia and the Superintendence of Venice and Laguna (SABAP). The thesis aims to promote research related to the restoration worksite organization, namely the study of the scaffolding as well as temporary support works in use to restore Venetian monumental architectures in the past.
The study proposes highlights of restoration sites implemented in the second half of the 19th century in the Basilica of SS. Giovanni e Paolo in Venice.
The thesis is mainly based on a meticulous study of documentation and drawings, kept in the SABAP historical archive and never published before, recorded by the Provincial Office of Public Buildings during the Austrian domination, and later by the Royal Corps of Civil Engineering after the reunification of Venice to Italy.
The work highlights the topics related to the structural and architectural restoration works with traditional techniques and the relationship with the pre-existences, mostly inspired by the nineteenth-century taste of stylistic “restitution”.